RIAPERTURA DI PALAZZO DUCALE

Mantua Mantova Guide Turistiche, Führungen, Guided Tours, Guida turistica di Mantova, Toutist guide Mantua,

A tre mesi dal terremoto il 7 settembre 2012 riapre al pubblico, se pur parzialmente, il Museo di Palazzo Ducale, con un percorso che si snoda lungo le stanze e gli appartamenti di Corte Vecchia, per confluire al piano terra nelle stanze dense di suggestione dove abitò Isabella d'Este, dopo la scomparsa del consorte Francesco II Gonzaga.
Il percorso è arricchito dall'apertura di nuovi appartamenti, quello della Guastalla, ultima duchessa di Mantova, quello neoclassico detto dell'Imperatrice, con un allestimento inedito curato da Stefano L'Occaso.
Al piano terra l'appartamento vedovile di Santa Croce accoglierà nuovi reperti lapidei, selezionati e studiati da Giovanni Rodella, mentre nelle ultime tre stanze si potrà ammirare la mostra promossa dal Landesarchiv Baden-Württemberg, Hauptstaatsarchiv di Stoccarda, curata da Peter Rückert dedicata alla figura di Barbara Gonzaga, figlia di Lodovico II, andata in sposa nel 1474 al principe tedesco Eberardo V il Barbuto, duca del Württemberg dal 1495.
La Soprintendenza di Mantova ha dispiegato tutte le forze in campo per poter in tempi brevi riaprire alla cittadinanza mantovana e ai visitatori le sale del Palazzo Ducale, fulcro storico artistico di Mantova, anche in ragione della concomitanza con l'evento del Festivaletteratura. Il laboratorio di restauro della Soprintendenza, con gli operai e la squadra tecnica, composta dal personale di vigilanza appositamente formato si è occupato del riordino dei pezzi in esposizione, della riqualificazione delle stanze dopo gli eventi del sisma. Massimo Piccolo ha seguito i lavori di messa in sicurezza della stanza dello Zodiaco, della sala dei Papi, della Galleria Nuova e della Sala degli Arcieri. A questo proposito si avverte che la sala dello Zodiaco e la sala dei Papi sono ancora occupate dai ponteggi, così si sono create delle idonee passerelle che consentono al pubblico di compiere agevolmente il percorso di visita. Quanto fatto non sarebbe stato possibile senza il sostegno economico della Società Autostrada del Brennero A22 che ha elargito al Comune di Mantova un finanziamento, in cospicua parte dirottato tramite la Società per il Palazzo Ducale, grazie alla disponibilità del suo Presidente Gianpiero Baldessari, al Palazzo Ducale di Mantova.
Il giorno 6 settembre alle ore 17.00, si terrà su invito l'apertura del nuovo percorso, la cui comunicazione è stata curata con nuovi pannelli didattici e schede di approfondimento da Renata Casarin. Seguirà l'inaugurazione della mostra, alla presenza della Soprintendente Giovanna Paolozzi Strozzi, con interventi del Sindaco di Mantova Nicola Sodano, di Walter Pardatscher Presidente della Società Autostrada del Brennero A22, di Nicole Bickhoff e Peter Ruckert rispettivamente Direttrice e curatore del Hauptstaatsarchiv di Stoccarda e di Daniela Ferrari Direttrice dell'Archivio di Stato di Mantova.

Dal sito della Soprintendenza: www.mantovaducale.beniculturali.it

DOPO TERREMOTO - NACH DEM ERDBEBEN - AFTER-EARTHQUAKE

Mantua Mantova Guide Turistiche, Führungen, Guided Tours, Guida turistica di Mantova, Toutist guide Mantua,
Palazzo Ducale: ambienti visitabili - what you can visit





PALAZZO DUCALE
DAL 16 GIUGNO PARZIALE RIAPERTURA

PALAZZO DUCALE, a seguito degli ulteriori eventi sismici verificatisi martedì 29 maggio, rimane chiuso al pubblico
E' stata costituita l'unità di crisi composta dai funzionari e dal personale tecnico della Soprintendenza e diretta dalla Soprintendente, che ha comunque scelto per l'apertura di alcuni ambienti del museo:
  • Appartamento Vedovile di Isabella d'Este: Portico del Cortile d'Onore, Scalcheria, Studiolo, Grotta e Giardino Segreto; con ingresso da piazza Sordello. 
  • Giardino dei Semplici e Piano nobile dell'Estivale: Sala dei Pesci, Camerino di Orfeo, Sala di Giove, Sala delle Quattro Colonne, Sala di Bacco, Loggia dei Frutti e Sala delle Due Colonne (con un'esposizione di marmi greci); con ingresso da piazza Paccagnini.


PALAZZO TE

PALAZZO TE è completamente riaperto al pubblico. L'unica sala ancora chiusa è la Sala del Sole e della Luna.


PALAZZO DUCALE
ON JUNE 16TH SOME SPACE HAVE BEEN REOPENED


AFTER-EARTHQUAKES RE-OPENINGS IN MANTUA
English version by Dr. Lorenzo Bonoldi

The DUCAL PALACE, where the restorers are now working, will be closed for an indefinite period of time. Anyway some spaces of the Palace have been reopened on June 16th: 
  • The Private Rooms of Isabella d’Este: Scalcheria, Studiolo, Grotta and Secret Garden – entrance from Piazza Sordello. 
  • The Botanic Garden (Giardino dei Semplici) and the Rustica: Chamber of the Fishes, Cabinet of Orpheus, Chamber of Jupiter, Chamber of the Four Pillars, Chamber of Bacchus, Chamber of the Fruits and the Chamber of the two Columns, with an exhibition of Ancient Greeks Marbles within – entrance from Piazza Paccagnini.


PALAZZO TE

PALAZZO TE is now pretty completely open. The only room still closed is the Room of the Sun and the Moon.

Lavorando per il Palazzo - Working for the Palace


SANTA BARBARA - PALAZZO DUCALE


La basilica palatina di Santa Barbara viene costruita dall'architetto e prefetto delle fabbriche Giovanni Battista Bertani, tra il 1562 ed il 1572, su commissione del Duca Guglielmo e della moglie Eleonora d'Asburgo, in occasione della nascita del loro erede Vincenzo.
Nei progetti del Duca Guglielmo, questa chiesa con pianta a croce latina, provvista di presbiterio rialzato, sotto cui si trova una cripta (a tre navate, conclusa da un sacello a pianta ellittica), doveva essere il mausoleo di famiglia.
La chiesa viene poi dedicata a Santa Barbara, in memoria di Barbara Hohenzollern del Brandeburgo (ritratta da Mantegna nella celeberrima Camera degli Sposi, accanto al marito Ludovico II), bis- bisnonna del Duca Guglielmo.
Nella realizzazione di questo progetto, Bertani riserva particolare attenzione al campanile, non a caso collocato al centro del palazzo a forma di città, che diventa il vero e proprio fulcro di tutta la corte, metafora eloquente del potere e dell'autorità del principe, nel microcosmo gonzaghesco.
Pertanto, l'attenzione del progettista è stata anche quella di costruire un'opera il più possibile resistente ai terremoti (vivi, infatti, erano ancora i ricordi di quello del 1560) e di conseguenza la parte terminale del campanile, costituita da colonne, viene cerchiata internamente con un doppio anello in ferro battuto.
Questo accorgimento costruttivo ha permesso alla parte apicale della struttura di non collassare e cadere, subendo però gravi danni con l'ultimo sisma del 29 maggio 2012. 
Le squadre SAF dei Vigili del Fuoco [1]  nella fase iniziale del loro intervento, hanno consolidato l'opera con alcuni puntellamenti nella parte maggiormente lesionata e un cerchiaggio; nella seconda fase, che ha preso il via il 26 giugno, hanno iniziato a posizionare una struttura di contrafforti reticolari in tubi innocenti, che andrà ad ingabbiare la parte alta del campanile per garantirne la definitiva messa in sicurezza. (www.vigilfuoco.it)
Non si dimentichi, infine, che Santa Barbara è anche la patrona del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.
[1] SAF è l’acronimo di speleo-alpino-fluviale: personale che opera dove gli altri mezzi non possono arrivare. Con tecniche di derivazione speleologica, alpinistica e fluviale e grazie ad un elevato livello di professionalità questi soccorritori scalano pareti rocciose, scendono in pozzi e grotte o affrontano le correnti dei corsi d'acqua. Le stesse tecniche servono anche a raggiungere campanili, tetti e i piani più alti dei grattacieli dove le normali autoscale non arrivano (fonte Wikipedia). 



The church of Santa Barbara, erected by the architect Giovanni Battista Bertani between 1562 and 1572,  was commissioned by the Duke Guglielmo and his wife the Duchess Eleanor of Austria, for the birth of their first child Vincenzo.
The church, with a Latin-cross interior layout, a raised presbytery and a crypt, was built as a family tomb. The church was later dedicated to Saint Barbara, in memory of Barbara  Hohenzollern of Brandenburg (i.e. the Marchioness of Mantua, portrayed by Mantegna in the so called Bridal Chamber), the great-great grandmother of Duke Guglielmo.
In his project, Bertani (who received his training by Giulio Romano) puts the massive bell tower, culminating in a lantern, right in the centre of the “palace built in the shape of a city”, to underline its meaning as symbol of the lord’s power and authority.
Therefore, the architect tried to build a building that could resist even to earthquakes (memories of the last one occurred in 1560 were still vivid) and for this reason, the last part of the bell tower – the columns – was enclosed internally by a double wrought iron ring.
In the last four centuries, this technical choice has been the best one to prevent the dome and the lantern to collapse down, even after the strong earthquake on May 29th, 2012.
A special crew of firefighters, the so called S.A.F. [1]  first started working with propping under the damaged arches and then, between June 26th and July 7th, put a reticular structure of buttresses made of steel pipes (tubi Innocenti) to enclose the top of the bell tower, making it safe. (www.vigilfuoco.it)
It has been an extraordinary work of engineering, particularly true considering the height of 56 meters (156 feet).
At last, but not least, we must not forget that Saint Barbara is also the patron saint of firefighter and for this reason we want to publish some pictures regarding the great job the firemen did, to save the dome of the bell-tower Church.
[1] S.A.F. is the acronym for Speleo-Alpino-Fluviale, i.e. cave-alpine-fluvial: rescuers able to climb rock walls, descend into pits and caves, or tackle the currents of rivers. The same techniques are also used to reach steeples, roofs and top floors of skyscrapers where the normal ladders cannot be used. After earthquakes, they are employed to remove dangerous debris (source Wikipedia).

PALAZZO DUCALE: LISTA DEI DANNI - MAIN DAMAGES

Immagine elaborata dal Dr. Lorenzo Bonoldi
EMERGENZA SISMA 2012

RILEVAMENTO STATO DEI DANNI DI PALAZZO DUCALE

Dal sito della Soprintendenza: www.mantovaducale.beniculturali.it

Corte Nuova
  • la Galleria della Mostra, la Sala dei Mesi già interessate da crepe dovute alle scosse del 20 maggio ora presentano ampie fessurazioni nelle volte, con caduta di intonaco e degli elementi decorativo plastici; 
  • anche la Sala di Manto è interessata da cadute diffuse di intonaco. 


Castello
  • Camera degli Sposi, di Andrea Mantegna, cadute sulla parete della Corte, zona centrale, nella porzione di cielo, riapertura di una crepa sottile preesistente, con relativi sollevamenti di stucchi; 
  • Sala delle Sigle: apertura di crepe nella volta, in corrispondenza della sala degli affreschi si è creata una grande fessurazione; 
  • Carceri di Belfiore: presentano notevoli criticità con danni notevoli alle strutture murarie e alle volte; 
  • Torre del Castello: rottura dei mattoni sovrastanti la finestra, verso piazza Castello; 


Camini di Piazza Castello
  • si è verificata la loro stabilità e si provvede alla fasciatura per scongiurare la caduta; 


Basilica di Santa Barbara
  • la scossa del 29.05.2012, ore 12.57, ha provocato la caduta del lanternino della Basilica di Santa Barbara, già spostata con la scossa delle ore 9.01, in parte i materiali sono caduti sulla balaustra della loggia di Santa Barbara e hanno sfondato il tetto in corrispondenza delle stanze adiacenti l'Appartamento delle Metamorfosi.; 


Scala di Manto
  • grave dissesto dei muri in corrispondenza delle finestre; 


Sala dei Fiumi
  • piccole cadute diffuse;


Appartamento di Vincenzo I
  • parete esterna verso piazza Paccagnini, dissesto delle finestre;



EARTHQUAKE IN MANTUA
A LIST OF THE MAIN DAMAGES IN THE DUCAL PALACE
English version by Dr. Lorenzo Bonoldi

CASTLE OF SAN GIORGIO 
  • Bridal Chamber by Mantegna (“Camera degli Sposi”, aka “Camera Picta”: a long crack appeared on the wall with portraits of the Gonzaga family; some of pieces of frescoed plaster have fallen down. 
  • Chamber of the Initials: opening of cracks in the frescoed ceiling. 
  • Chamber of the Friezes: large and worrying cracks. 
  • More generally, severe damages to the supporting wall structures: break and fall of bricks in correspondence of the windows. Break of the footbridges behind the crenellation of the towers. 



NEW COURT 
  • Hall of Manto: Fall of frescoed plasters, large cracks in the frescoes, dislocation of the coffered wooden ceiling (the largest in Mantua). 
  • Staircase of Aeneas (connection between the New Court and the Castle): severe dislocating cracks of the walls. 
  • Gallery of the Marbles (aka Gallery of the Months): severe falls of plaster and painted stuccoes. Collapse of a part of the moulding cornice. 
  • Gallery of the Exhibition: many cracks. The Gallery is also threatened by the unstable dome of the of near Bell-tower of the Basilica of Santa Barbara (Church of the Palace), which is likely to collapse, breaking through the ceiling. 
  • Nova Domus: a crack in the outer (supporting) wall in correspondence of one of two terraces overlooking the Garden of the Simples. 
  • Corridor of Bertani: unstable ceiling (somewhere collapsing). 
  • Corridor of Paolo Pozzo: collapse of a part of the marble balustrade on the roof of the passage.



PALATINE BASILICA OF SANTA BARBARA (Private Church of the Gonzagas)  
  • Collapse of the lantern of the bell-tower (destroyed). 
  • Unstable dome of the bell-tower. 
  • Damage to the façade. 
  • An angular crack on one of the Cubes (square domes) of the Church. 



OLD COURT 
  • Hall of the Rivers: widespread falls of frescoed plaster. 
  • Ducal Flat: tipping of a wall to the outside, with danger of collapse on the beneath Paccagnini Square; dislocation of the windows. 
  • Chamber of Pisanello: failure of one of the rafters.
Galleria della Mostra - Gallery of the Exhibition


Terremoto a Mantova - Erdbeben - Earthquake

Mantua Mantova Guide Turistiche, Führungen, Guided Tours, Guida turistica di Mantova, Toutist guide Mantua,

Col sisma del 20 maggio scorso, il Palazzo Ducale era stato chiuso e successivamente parzialmente riaperto al pubblico, ma con le ultime tre scosse del 29 maggio, la lanterna del campanile della basilica palatina di Santa Barbara in Palazzo Ducale è crollata.
La chiesa di Santa Barbara, tempio perfetto, era stata commissionata dai duchi Guglielmo Gonzaga ed Eleonora d’Asburgo e quindi edificata – tra il 1562 ed il 1572 – dall’architetto Giovanni Battista Bertani.
Il campanile di Santa Barbara di era uno dei tratti distintivi del magico profilo di Mantova, che si poteva ammirare dal Lago Inferiore, provenendo da Nord-Est.
La scossa delle 12:55 del 29 maggio è stata quella che ha fatto crollare definitivamente la lanterna del campanile, che si era già inclinata con quella delle 9:00.
Parecchi problemi anche nelle stanze del palazzo, alcune delle quali erano state da poco riaperte dopo il sisma del 20 maggio. 
Se la Camera degli Sposi di Andrea Mantegna non dovrebbe aver subito danni, almeno secondo il conservatore del Palazzo, in altre zone della Reggia le cose sono andate decisamente peggio.
In particolare è stata gravemente danneggiata la Sala di Manto, dove si sono aperte nuove crepe. Inoltre sulla torre centrale del castello di San Giorgio è comparsa una vistosa fessurazione, mentre il tetto dell’esedra di piazza Castello si è imbarcato pericolosamente.
Per quanto riguarda Palazzo Te, a subire i danneggiamenti più gravi è stata la parte nord della villa giuliesca: crepe, caduta di intonaci e di colore dagli affreschi, peggioramento di fessurazioni già esistenti si sono verificati nella loggia delle Muse e nella sala di Amore e Psiche. La celebre Sala dei Giganti non ha subito danni all’interno, mentre una vistosa crepa si è aperta sul muro esterno. 
Tutto il centro storico è incerottato e spuntano transenne un po’ dappertutto. La scossa delle 13 ha fatto crollare un camino dal Palazzo del Podestà, mentre una frattura si è aperta internamente ed esternamente nella torre della Casa del Mercante, un edificio duecentesco che dà sulla centralissima piazza Mantegna, quasi di fronte alla Basilica di Sant’Andrea.


ERDBEBEN IN MANTUA

Die Provinz und die Stadt Mantua wurden durch die Serie von dem Erdbeben in Norditalien, zwischen den 20. und 29. Mai weitgehend beschädigt.
Auch der Schaden am Kulturerbe der Region ist immens. Viele historische Gebäude stürzten ein, alte Kirchen wurden zerstört; der Palazzo Ducale in Mantua und der Palazzo Te bekamen Risse. Allein in Mantua und Umgebung sind nach den Erdbeben von 300 Kirchen etwa 100 beschädigt oder eingestürzt.
Im Herzogspalast die größten Schäden: die Laterne des Glockenturmes der Kirche Santa Barbara ist mit dem Erdstoß des 29. Mai um 12.55 Uhr gefallen.
Die Hofkirche Santa Barbara wurde von 1562-1572 nach einem Plan des Architekten Giovanni Battista Bertani für den Herzog Guglielmo Gonzaga und seine Frau Eleonore von Österreich gebaut.
Der Glockenturm der Kirche Santa Barbara, mit der eleganten Laterne, war ein der Symbolen des märchenhaftes Skyline der Stadt Mantua.
Der Bürgermeister von Mantua und die Direktoren der Museen von Palazzo Ducale und Palazzo Te haben das Schließen der Paläste beschlossen: Einstürze von Putz, Stuckwerke und Farben der Freske, aber auch Spaltungen in den Mauern.


EARTHQUAKE IN MANTUA

With the earthquake of May 20th the Ducal Palace had been closed and later reopened, but after the last three shocks of May 29th, the lantern of the bell-tower of the Palatine Basilica of Santa Barbara, the Palace Church for the Gonzagas, has collapsed. 
The Palatine Church of Santa Barbara was commissioned by the Duke Guglielmo Gonzaga, for the birth of his first son Vincenzo, and built between 1562 and 1572 by Giovan Battista Bertani.
This bell-tower, with its lantern, was one of the landmarks of the romantic skyline of the town.
Always in the same day, the Mayor of Mantua and the Director of Palazzo Te have checked through the Museum: falls of rubbles, of stuccoes and of frescoed plaster and also vertical cracks in the North Wing: the Loggia of the Muses, the Exterior Loggia, the Hall of the Horses and the Chamber of Cupid and Psyche have been damaged.
Due to the earthquake both the Ducal Palace and Palazzo Te are closed indefinitely.

La foto del crollo, scattata martedì 29 maggio 2012 alle ore 12.55,
è del fotografo della Gazzetta di Mantova Mirko Di Gangi.


TAZIO NUVOLARI MUSEUM - English

Tazio Nuvolari with the Vanderbilt Cup at the Roosevelt Raceway in 1936

On November 16th 2012, 120 years after the birth of the racecar driver, opens the new Tazio Nuvolari Museum, in the ex Chiesa del Carmelino, in Via Giulio Romano.

Tazio Nuvolari was born in Castel d’Ario (Mantua) on November 16th 1892 and died in Mantua on August 11th 1953.
He was also known as Il Mantovano Volante, The Flying Mantuan, or simply Nivola i.e. the greatest car driver of all times. Dr Ferdinand Porsche described Nuvolari as "The greatest driver of the past, the present, and the future".

Torino (Turin), September 3rd, 1946 - Andrea Brezzi Cup
Nuvolari drives a CisitaliaD46
finishing the competition without the steering-wheel
13th at the arrival within 1h 25' 57''

"Tazio Nuvolari was not simply a racing driver. To Italy he became an idol, a demi-god, a legend, epitomising all that young Italy aspired to be; the man who 'did the impossible', not once but habitually, the David who slew the Goliaths in the great sport of motor racing. He was Il Maestro." 
By Cyril Posthumus (Pritchard, Anthony (1998). A Century of Grand Prix Motor Racing. Croydon: Motor Racing Publications. pp. 59. ISBN 1-899870-38-5.) 
Abstract from Wikipedia.

TAZIO NUVOLARI MUSEUM - Deutsch

Tazio Nuvolari Sieger der Vanderbilt Cup (USA) im Jahr 1936


Am 16. November 2012, 120 Jahren nach dem Geburt des Mantuanischen Automobilrennfahrers, öffnet das neue Tazio Nuvolari Museum in der ex Chiesa del Carmelino, in Via Giulio Romano.

Tazio Giorgio Nuvolari wurde am 16. November 1892 in Castel d'Ario (Provinz Mantua) geboren  und starb am 11. August 1953 in Mantua.

Tazio Nuvolari, bekannt als „Mantovano volante“ oder Fliegender Mantuaner (aber auch Der Teufel, für die Deutsche Presse), war bereits zu Lebzeiten eine Legende und gilt noch heute als einer der besten Rennfahrer der Geschichte. Abseits der Strecke galt er als freundlicher und beliebter Zeitgenosse, kaum saß er jedoch am Steuer, kam seine Kämpfernatur und sein unbändiger Wille zum Sieg zum Vorschein. Er nahm große Risiken auf sich, verletzte sich oft bei Unfällen und erreichte immer wieder mit unterlegenem Material das scheinbar Unmögliche.
Ferdinand Porsche nannte ihn den „größten Fahrer der Vergangenheit, Gegenwart und Zukunft“.

Torino (Turin), 3. September 1946 – Andrea Brezzi Cup.
Nuvolari fährt einen CisitaliaD46
und endet das Autorennen ohne Steuer am 13. Platz, mit der Zeit von 1 Stunde 25' 57''.

Kuriositäten.
Im Februar 1994 wurde in München auf der Automesse der nostalgische Sportwagen EAM Nuvolari S1 in Anwesenheit der Schwester und anderer Verwandter Tazio Nuvolaris feierlich vorgestellt.
Zum 50. Todestages Nuvolaris benannte Audi im Jahre 2003 die auf dem Genfer Auto-Salon vorgestellte Konzeptstudie Audi Nuvolari quattro nach der italienischen Rennlegende. Nuvolari errang den letzten Grand-Prix-Sieg für einen Wagen der Auto Union und wurde mit dieser Sportcoupé-Studie geehrt.

Weblink: Wikipedia


MANTUA ET DANTE


Mantova nella Divina Commedia
Quindi passando la vergine cruda 
Vide terra, nel mezzo del pantano, 
senza coltura e d’abitanti nuda. 
Lì, per fuggire ogne consorzio umano, 
ristette coi suoi servi a far sue arti, 
e visse, e vi lasciò suo corpo vano. 
Li uomini poi che ‘ntorno erano sparti 
s’accolsero a quel loco, ch’era forte 
per lo pantan ch’avea da tutte parti. 
Fer la città sovra quell’ossa morte; 
e per colei ch’el loco prima elesse, 
Mantüa l’appellar sanz’altra sorte. 

Mantua in der Göttlichen Komödie 
Als dort vorbei die wilde Jungfrau kam, 
erblickte sie im Sumpfe festes Land, 
ein ödes, unbebautes, unbewohntes, 
und blieb, die menschliche Gemeinschaft scheuend, 
mit ihren Dienern dort und lebte so 
in ihren Künsten und entschwand dem Leibe. 
Dann sammelten die rings zerstreuten Menschen 
An diesem Platz sich, denn er war gut 
Durch Sumpfgelände allerseits gesichert. 
Sie bauten ihre Stadt auf Mantos Grab 
Und tauften ohne weitern Zauber sie 
Nach ihr, die diesen Platz erwählte. 

Mantua in the Divine Comedy 
Passing that way, the savage virgin 
Saw Land there in the middle of the swamp, 
untilled and barren of inhabitants. 
There, to flee all human fellowship, 
with her slaves she stopped to ply her arts, 
and there she lived and left her empty body. 
Later the people who were dispersed about 
gathered to that place, since it was protected. 
By the swamp that ringed it on all sides. 
Over her dead bones they built a city 
and, after her who first picked out the site, 
without casting lots, they named it Mantua.

Dante Alighieri 
(Firenze, 1265 - Ravenna, 1321)
Inferno, XX, 81-93


Angelo Bronzino, Dante (1530)
National Gallery of Art, Washington DC, USA

Vincenzo Gonzaga - Il fasto del potere


MUSEO DIOCESANO "FRANCESCO GONZAGA"
18 FEBBRAIO - 10 GIUGNO 2012

Una mostra raffinata, che rivela la figura di VINCENZO I GONZAGA (1562-1612), splendido principe delle corti d’Europa, che portò il ducato di Mantova a diventare un importante centro d’arte e la cui corte si misurava per sfarzo con quelle dei grandi regni europei e italiani. 
Vincenzo, il sovrano che ebbe per sé poeti come Torquato Tasso, musici quali Claudio Monteverdi e pittori della grandezza di Rubens. 
I quadri e le opere esposti in mostra evocano la magnificenza della corte. Ma anche i vincoli di sangue che legarono Vincenzo, che aveva sposato in seconde nozze Eleonora de’ Medici, alla casa d’Austria (la mamma era l’arciduchessa d’Austria Eleonora d’Asburgo ed i nonni materni erano l’imperatore Ferdinando I ed Anna Jagellone, regina d’Ungheria e Boemia) ed alla Francia, poiché re Enrico IV di Borbone era suo cognato, agli Este ed ai Savoia, senza dimenticare che la figlia Eleonora diventò imperatrice, sposando Ferdinando II d’Asburgo. Il Vincenzo del fasto e del potere appunto. 
Il duca che istituì un ordine cavalleresco tra i principali d’Europa, l’Ordine Militare del Sangue di Gesù Cristo, commissionò architetture imponenti e animò la reggia con spettacoli sontuosi. Un libertino, come si diceva, ma anche un uomo di fede, fortemente legato al cugino, il beato (e successivamente santo) Luigi Gonzaga. 
Al Museo Diocesano ‘Francesco Gonzaga’ 80 opere, tra gioielli, dipinti, armature, incisioni, tessuti, per lo più inediti, delineeranno la figura di Vincenzo I Gonzaga, IV duca di Mantova e II duca del Monferrato, dal 1587 al 1612. 
L’esposizione ha una preziosa appendice nella reggia di Palazzo Ducale che, per l’occasione, apre tutti gli ambienti dell’appartamento ducale di Vincenzo. 

DIOCESAN MUSEUM "FRANCESCO GONZAGA"
18 FEBRUARY - 10 JUNE 2012

A very refined exhibition that reveals the figure of VINCENZO GONZAGA IV DUKE OF MANTUA AND II DUKE OF MONFERRAT (1562-1612), an European brilliant prince, who turned Mantua into a vibrant cultural centre. His court was not less gorgeous than all the other European courts. 
Vincenzo was a major patron of the arts and sciences; he employed the composer Claudio Monteverdi and the painter Peter Paul Rubens as well as the poet Torquato Tasso. 
The canvas and objects displayed at the exhibition evoke the splendour of Vincenzo’s court. But also the relationship with the main European courts: his mother was the Emperor's daughter Archduchess Eleanor of Austria and his maternal grandparents were Ferdinand I, Holy Roman Emperor and Anna of Bohemia and Hungary. Vincenzo married Eleonora de' Medici, the dynasty ruling over Florence and in this way the king of France, Henry IV of the House of Bourbon, was his brother-in-law (he married Eleonor’s sister Maria de’ Medici). One of Vincenzo’s daughters, Eleonora, became then Empress when she married Ferdinand II, Holy Roman Emperor. The splendor of power. 
The pomp of the court. 
Vincenzo was the duke who instituted the Blood of Jesus Christ Military Order, one of the most important in Europe and who built imposing architectures around Mantua. An impenitent libertine, but also a man of faith, who was really bound to his cousin (Saint) Aloysius Gonzaga. 
At the Diocesan Museum “Francesco Gonzaga” 80 works, such as jewels, paintings, armours, engravings, books, lettres, fabrics, often only known by specialists will illustrate the age of Vincenzo Gonzaga, duke from 1587 to 1612. 
The visit to Vincenzo's apartments in the Ducal Palace is another great opportunity to know and understand the Duke.

Vincenzo Gonzaga nel giorno dell'incoronazione a duca



Vedi anche, sehen Sie auch, see also

Facebook in the 1500s?

Isabella d'Este  (Ferrara, 17 maggio 1474 – Mantova, 13 febbraio 1539)
Vincenzo I Gonzaga
 (Mantova, 21 settembre 1562 – Mantova, 18 febbraio 1612)

Prof. Sally Hickson, art historian at the University of Guelph (Ontario, Canada) says social networking is older than we think. 

Think of it as the Facebook of Renaissance Italy. 

Without the Internet, social networking was tougher in the 1500s, but VINCENZO I. GONZAGA, DUKE OF MANTUA from 1587 to 1613, found a way. He called it his GALLERY OF BEAUTY .
It was a collection of more than 30 painted portraits of women from across Europe. He even hired his own artists and commissioned them to travel to other countries to paint the portraits of those he wanted to include. Other aristocrats followed suit and created their own galleries. 


Art history professor Sally Hickson says these galleries show that social networking is not as new as we might imagine. It seems to have been popular among the wealthy in Renaissance Italy, although in a rather different form. As she explains: “Women wanted to be included in these galleries, and for both the women and the gallery owners, it was about who had the most friends and was the most popular. Yes, just like Facebook” .


Women in the gallery were not included only because of physical beauty, although Hickson points out that beauty, especially female beauty, was very important during this time period. Many were chosen because they were married or related to powerful men of the time, she speculates. 
“Women also exchanged portraits with each other”, she adds. In a time when travel was slow and often difficult, these paintings and the letters they mailed helped them keep in touch and expand their social networks. 

As an art historian, Hickson studies not only the works of art created during this time period, but also the ways in which art was used in people’s daily lives. Often, art adds beauty and style to people’s homes, but these collections of individual portraits suggest another way that art helped to create connections between people. 

VINCENZO GONZAGA, she points out, was networking with important people across Europe by sending the artists out to paint portraits. “It would be very flattering to be asked to sit for a portrait to be included in his gallery of beauty.” (Certainly it’s several notches above being asked to be someone’s Facebook friend, but the idea is the same). There might also be a chilling effect on the status of someone who was not invited to be included in the collection. 
VINCENZO GONZAGA, of course, had additional motivation: he could elevate his own social status by inviting people in to see the gallery and be impressed by all the elegant and well-connected women he knew. 

While studying these portrait collections, Hickson learned about a manuscript owned by Francis I of France, who ruled several decades before Vincenzo Gonzaga’s time. The manuscript consisted of small painted portraits of women from the Italian city of Milan which had been recently taken over by France. Each portrait was hidden by a little flap of paper with a poem about the woman that was written on the outside. The portrait subjects were classified in the manuscript as widows, wives and maidens. 

Hickson believes this may have been used in some kind of parlour game, where people might read the poem and guess who the woman was before lifting up the flap. “They were all women from important families in Milan”, she adds. “I think there may have been an element of control and possession there as well”. Women had an important role in the functioning of the court and the community, and would have been involved in the games and perhaps discussion about the women. 

Portable portrait galleries existed as well, even though this was long before the day of the iPhone. Hickson found that the Italian soldiers going to war in France brought with them picture books with portraits of the most beautiful and desirable French prostitutes. 

Hickson discovered these Renaissance approaches to social networking while studying ISABELLA D'ESTE, who was Vincenzo Gonzaga’s grandmother and a leading figure in the Italian Renaissance in her own right. Hickson says Isabella was a prolific letter-writer who communicated with women in other parts of Europe, sharing her recipes for perfumes and foods. Isabella was also a trend-setter. She designed a headdress that became a popular style; the artist Titian painted a portrait of her wearing it. 

Hickson’s research has centred on the small Italian town of Mantua, but she also visits regularly the cities of Venice, Florence and Milan ─ to embrace the culture, food and, of course, the work produced by some of the world’s most influential artists over centuries of time. 

Ricette mantovane


Gli Arabi importarono in Sicilia il riso attorno all’ XI sec., ma solo dopo 200 anni si ha notizia che la sua coltivazione, per merito degli Aragonesi, si era sviluppata nella Campania felix.
In Lombardia, nel Ducato di Milano, nel 1386, il riso era ancora considerato un medicinale per stomaci deboli. Ma alla fine del XVI sec., per l’impulso degli Sforza e di Venezia, la coltivazione del riso si diffonde nel Vercellese, nel Pavese, nel Veronese, nel Ferrarese e nel Mantovano, tra Adige, Mincio e Po
Il Grande Fiume è ancora oggi l’immaginario confine tra il riso e la pasta. 
Di qua c’è il riso, al di là del fiume la pasta … e il riso – come lo consideriamo noi Italiani, cioè un piatto  e non un contorno – è sempre stato un alimento insostituibile nelle campagne mantovane e del Basso Mincio. 
Data l’esistenza di varie risaie che comportavano un pesante, ingrato e manuale lavoro di pulitura per migliaia di donne (le mondine), il riso ha occupato, fino a qualche tempo fa, un posto importante nel granaio di ogni famiglia contadina. Dal granaio alla tavola il passo è obbligatorio … il riso nasce nell'acqua e muore nel vino, passando per la casseruola.

RISOTTO ALLA PILOTA

80 gr a persona di riso Vialone Nano
40 gr a persona di “pesto” (salamella)
Formaggio Grana grattugiato
Porzioni abbondanti.

È il piatto tipico della Sinistra Mincio, così denominato dal “pilota” o “pilarino” addetto alla lavorazione del riso nelle “pile”, ovvero gli impianti dove il cereale viene trasformato in prodotto commestibile.
Scaldare sul fuoco una pentola a fondo pesante contenente acqua salata in egual volume del riso, mondare il riso e metterlo in un largo foglio di carta robusta da cui farlo scendere  al centro del recipiente, quando l’acqua bolle. Il riso formerà una montagnetta, la cui punta dovrà emergere di qualche millimetro dall’acqua.
Mescolare lievemente, coprire e lasciare cuocere il tutto a fiamma alta per circa 10  minuti.
Mentre il riso cuoce, preparare il condimento sbriciolando il pesto (salamella) e rosolandolo in un po’ d’olio, fino a quando comincerà a prendere colore.
Trascorso il tempo di cottura del riso, spegnere la fiamma, unire il pesto ed il Grana, quindi con un cucchiaio di legno per amalgamare bene il tutto.
Porre sul recipiente un telo pesante ed un coperchio, lasciare risposare il tutto per 15 minuti e servire in tavola.

RISOTTO COI SALTARÈI
(risotto coi gamberetti di fiume)

350 gr di riso Vialone Nano
400 gr di saltarèi

I saltarèi sono gamberetti di fosso o di fiume, sempre più rari perché molto sensibili all’inquinamento.
Vanno puliti accuratamente lavandoli sotto acqua corrente, asciugati e fritti in olio bollente. Una volta scolati per bene, spolverarli con del sale e tenerli in caldo.
Mettere al fuoco un volume d'acqua salata approssimativamente uguale a quello del riso.
All' ebollizione vuotare il riso nell'acqua, in uno strato uniforme.
Dopo una cottura di 10~12 minuti spegnere il fuoco e coprire la pentola, interponendo un panno di cotone spesso (un asciughino per piatti od un tovagliolo ripiegati un paio di volte sono perfetti) fra la pentola ed il coperchio. Così facendo, il calore non si disperde ed il vapore in eccesso viene assorbito dalla stoffa.
Dopo 15 minuti di riposo il riso è pronto per ricevere il condimento di saltarèi.
NB: Il riso va mescolato una sola volta, dopo aver spento il fuoco e prima di coprirlo con il panno.


TORTELLI DI ZUCCA

Simbolo della tradizionale cucina mantovana, dal particolare gusto inconfondibile, vengono serviti nella sera della Vigilia di Natale.

1 kg di zucca, 150 gr di amaretti, 180 gr di mostarda mantovana di mele, 160 gr di Grana grattugiato, un pizzico di noce moscata, 1 uovo intero, un po’ di sale, un po’ di pane grattugiato, pasta sfoglia.

Prendere la zucca mantovana, togliere buccia e semi e cuocerla a vapore (o nel forno). Lavorare la polpa della zucca con la forchetta, fino a ridurla ad una crema uniforme. Aggiungere gli amaretti tritati, la mostarda, il Grana, il sale ed eventualmente del pane grattugiato affinché l’impasto risulti asciutto. Lasciare riposare il tutto.
Tagliare la sfoglia di pasta in rettangoli di circa 8x4 cm e porvi al centro una quantità giusta di ripieno. Ripiegare la pasta ottenendo dei pacchettini a forma di portafoglio, pressati ai lati affinché non si aprano.
Cuocere in abbondante acqua salata e condire a strati con burro fuso e formaggio Grana.
Abbondante di primi, povera di secondi, la cucina mantovana è ricchissima di dolci. Ce ne sono per tutti i gusti: dalla pasticceria di alto livello (che risente di insegnamenti austroungarici) come la Millefoglie, la Torta Elvezia, la Torta Greca, alla pasticceria di tipo rustico, fra cui primeggiano la Torta di Tagliatelle, la Torta Paradiso, i numerosissimi bussolani e la Sbrisolona.

TORTA SBRISOLONA

200 gr di farina bianca, 200 gr di farina gialla setacciata, 200 gr di mandorle tritate, 200 gr di zucchero, 200 gr di strutto, 3 tuorli d’uovo scorza di limone grattugiata.

Mescolare la farina bianca, la farina gialla, le mandorle, lo zucchero, i tuorli d’uovo, le scorze di limone e lo strutto.
Amalgamare il tutto facendone un impasto omogeneo, ma a piccoli grumi.
Metter il tutto in una casseruola imburrata, formando uno strato di circa 2-3 cm di altezza, senza schiacciare i grumi.
Cuocere in forno a temperatura alta, quando il suo colore sarà dorato togliere dal forno e lasciar raffreddare.

TORTA DI TAGLIATELLE

200 gr di farina bianca, 50 gr di zucchero, 2 uova, 200 gr di mandorle, 200 gr di burro, 150 gr di zucchero.

Fare un sfoglia molto sottile, da cui ricavare delle tagliatelle sottilissime che si dovranno aprire ed asciugare, prima di procedere con la torta.
Per il ripieno, tritare le mandorle precedentemente tostate, amalgamare lo zucchero con il burro ammorbidito e le mandorle.
Formare sul fondo della tortiera uno strato di tagliatelle e zucchero, metter poi uno strato di tagliatelle, mandorle e zucchero, e così di seguito, finendo con mandorle e zucchero.
Infornare per 30 minuti circa a temperatura media.

TORTA PARADISO

200 gr di farina bianca, 200 gr di fecola di patate, 400 gr di zucchero, 350 gr di burro, 4 uova intere, 1 rosso d’uovo, 1 scorza di limone grattata.

Per storia e tradizione è la torta più mantovana. La Torta Paradiso, il Dolce Soave venne confezionato per la prima volta nei forni del Palazzo del Paradiso (da qui il nome), abitato da Isabella d’Este, che sedicenne andò in sposa a Francesco II Gonzaga nel 1490, divenendo per prìncipi e popolo la “Marchesa di Mantova”. Isabella amava mangiare spesso questa torta, così quando si recava a Roma da Papa Leone X, oppure a Firenze alla corte dei Medici, all’uso di quei tempi, portava con sé una piccola corte di dame di compagnia ed anche uno scalco personale. Sarà questo, che insegnerà ai cuochi medicei e papali la ricetta del dolce preferito dalla marchesana, tanto che ancor oggi la Torta Paradiso è nota a Roma e a Firenze come la “torta mantovana”. La fecola di patate è un ingrediente aggiunto nel secolo scorso, per dare alla torta una maggiore leggerezza e fragranza.
Unire la farina bianca insieme alla fecola e mescolare. Lavorare a parte il burro con lo zucchero, sinché non sarà ben montato e spumoso. Unire uno alla volta i 5 rossi d’uovo. A parte montare a neve le 4 chiare e aggiungerle senza farle smontare, poco alla volta, al composto. Per ultimo aggiungere la farina e la fecola già mescolate ed infine la scorza di limone grattata. Amalgamare con molta cura.
Accomodare l’impasto in una teglia imburrata ed infarinata, infornare a 180° per 40  minuti.
Capovolgere ancora calda e servire sul piatto di portata a torta, spolverata con abbondante zucchero a velo.
Una variante consiste, anziché spolverare la torta con lo zucchero, di ricoprirla con un trito di mandorle e burro, secondo un’antica usanza dei Longobardi, che insediatesi nel mantovano nell’VIII secolo, fecero conoscere ai Mantovani l’uso in cucina delle mandorle dolci ed amare.


MELE ALLA BARTOLOMEO STEFANI

(per 2 persone) 1 grossa mela Golden, 5-6 cucchiai di zucchero, 1 arancia, 1 goccio di Calvados, 30 gr di burro, 1 limone, qualche amaretto, 1 goccio di Grand Marnier.

Sciogliere, in una larga padella, il burro e 3 cucchiai di zucchero. Lasciar caramellare e disporvi a fette (rotonde,alte circa un dito) la mela Golden. Cospargere le fette di mela con poco zucchero, poi voltarle. Spruzzare con il succo del limone e quello di ½ arancia. Continuare a voltare le fette e a velarle con lo zucchero fino alla completa cottura delle mele. Fiammeggiare con Calvados e, spenta la fiamma, spruzzare con Grand Marnier. Porre su ogni fetta di mela un amaretto, inumidire col sughetto formatosi nella padella e servire caldissimo.
La ricetta è di Bartolomeo Stefani, bolognese, capo cuoco alla corte dei Gonzaga, che nel 1662 pubblica a Mantova L’arte di ben cucinare.


Bibliografia:

  • AA.VV., Mantova in tavola – Itinerari del Mantovano, pubblicazioni dell’Azienda di Promozione Turistica del Mantovano, 2002
  • R. Delfino, Le ricette della grande cucina mantovana, Ed. Demetra, 1998
  • C. Eramo, Cucina mantovana, Franco Muzzio Editore, 2002
  • F. Marenghi, La cucina mantovana ieri e oggi, Ed. Riccardi & Associati, 1996